I produttori italiani di parmigiano cercano da anni di combattere la contraffazione dei loro prodotti. La Federazione Parmigiano Reggiano (PRC) ha deciso di introdurre il microchip nelle croste dei formaggi per porre fine alla produzione del “finto parmigiano”. Custode E Informazioni TF1 Venerdì 18 agosto 2023.
Norme molto rigide
Creato nel Medioevo, il parmigiano è un prodotto iconico dell’Italia. Dal 1996 la vendita di questo formaggio è regolamentata da una regolamentazione molto severa, soprattutto a causa della sua Denominazione di Origine Protetta (DOP). Per essere considerato vero parmigiano, la forma deve provenire da una regione specifica, ad esempio, del nord Italia. Deve essere stagionato in montagna per almeno un anno e aver superato un esame che ne confermi la qualità.
Standard sostanziali non sempre rispettati dai produttori di parmigiano reggiano. In effetti, il “falso parmigiano” si trova costantemente sugli scaffali dei negozi. Si tratta di prodotti che non soddisfano i criteri sopra presentati. Venduto molto più economico del vero parmigiano, questo prodotto ha avuto un enorme successo tra i consumatori. Secondo la Repubblica Popolare Cinese, le vendite globali di “falso parmigiano” ammontano a circa due miliardi di dollari.
Garantire la tracciabilità del prodotto
Per porre fine a questa pratica, l’associazione che vigila sulla produzione di questi formaggi ha deciso di inserire dei microchip commestibili nelle croste dei formaggi Parmigiani. Questo chip funziona secondo lo stesso principio di un’etichetta alimentare. Può essere scansionato consentendo ai consumatori di conoscere l’origine del prodotto che stanno acquistando.
Dato che il Parmigiano Reggiano è un prodotto altamente esportato, questo sistema sembra essere molto vantaggioso per l’associazione. Per i produttori, garantire la qualità del prodotto è più importante che mai. “Continuiamo a lottare con nuovi metodi”Il PRC era determinato a fare di tutto per tutelare l’autenticità del famoso formaggio italiano.
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