Episodio • 1/5 del podcast Scienza contro cambiamento climatico

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Episodio • 1/5 del podcast Scienza contro cambiamento climatico

Mettiamo in discussione la capacità delle diverse scienze – naturali, umane e sociali – di affrontare il cambiamento climatico. Cerchiamo qui di capire perché alcuni autori ritengono che la soluzione alla crisi ambientale non implichi una maggiore mobilitazione della scienza.

Carriera scientifica

Secondo Len White: “Ad eccezione dell’uomo, nessuna creatura ha mai profanato il proprio ambiente così rapidamente”.

Ne abbiamo già parlato in queste rubriche Lynn Biancouno storico americano specializzato nel Medioevo, pubblica Nel 1967 Un articolo intitolato “Le radici storiche della nostra crisi ambientaleIl testo inizia ricordando che l’uomo ha sempre modificato il suo ambiente, ma l’autore sottolinea che: “Ad eccezione dell’uomo, nessuna creatura ha mai profanato il proprio ambiente così rapidamentePerché? Lo storico sembra offrire innanzitutto una spiegazione tecnica: nel IX secolo d.C., fa notare che un nuovo tipo di aratro, che permetteva di arare in modo molto più efficiente di prima, portò un grande cambiamento nel rapporto tra uomo e natura : “In precedenza, l’uomo era parte della natura“, ha scritto; “Adesso approfittane“Ma questa invenzione tecnica non è stata né il risultato del caso né la causa principale dello sconvolgimento di cui si preoccupa White. Perché, come scrive,”Queste innovazioni sembrano inserirsi in movimenti intellettuali più ampi. Ciò che le persone fanno con il loro ambiente ambientale dipende da come percepiscono la loro relazione con le cose che li circondano. L’ecologia umana è in gran parte condizionata dalle credenze sulla nostra natura e sul nostro destino – cioè dalla religione“Se una tale invenzione tecnica può esistere, è perché è stato imposto un nuovo quadro per rappresentare il mondo. Questo quadro, per White, è la religione giudaico-cristiana e in particolare la Genesi – la storia della creazione del mondo Il mondo che appare nell’Antico Testamento e da esso fondato.

Le nostre scienze e tecnologie nascono da una posizione cristiana riguardo al rapporto tra uomo e natura.

In questo testo Dio ha creato il mondo, l’uomo è creato a immagine di Dio (Lui”Imago Dei) La sua vocazione è controllare la natura. Infatti, Dio glielo ha comandato”.Ed essi avranno dominio sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sul bestiame e su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra.“, Accanto “Riempi e sottometti la terraIl motivo, secondo White, è: “Il cristianesimo è la religione più umana che il mondo abbia mai conosciutoSecondo lui, il testo biblico contiene le componenti essenziali di una visione del mondo completamente avulsa dal paganesimo: mentre nell’antichità ogni albero, ogni sorgente, ogni collina aveva il proprio genio protettivo, il giudeo-cristianesimo aveva desacralizzato il mondo e ne aveva permesso lo sfruttamento della natura. Secondo White Western la scienza è strettamente legata a questa rappresentazione del mondo: poiché Dio ha creato la natura, essa deve testimoniare la mente divina. Da allora è legittimo sviluppare lo studio della natura con il pretesto di una migliore comprensione di Dio. Poiché le nostre scienze e tecnologie nascono dalla posizione cristiana riguardo al rapporto tra uomo e natura, divenuta ormai diffusa a livello globale e grazie alla quale,Ci sentiamo superiori alla natura, la disprezziamo e vogliamo usarla per soddisfare i nostri capricci più bassi“Quindi non usciremo da questa situazione ricorrendo a più scienza e tecnologia. Come possiamo staccarci da questa rappresentazione di un mondo in cui gli esseri umani sono superiori alla natura? Ancora una volta, tutto risale alla religione. White vede questo come la missione attuale e conclude l’articolo scusandosi Francesco d’AssisiQuesta persona religiosa invocava l’uguaglianza tra tutte le creature. White conclude il suo articolo come segue:Propongo di fare di Francesco d’Assisi il santo patrono degli ambientalistiNel 2015, nella sua enciclica Laudato CQuanto alla tutela della casa comune, il Papa non dirà altro.

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