Siamo in guerra con la Francia. Sentendosi un po’ francese dal 1789, Napoleone fu acclamato come un liberatore prima di vendere Venezia agli austriaci. Siamo in guerra e non ce ne rendiamo conto.
Il mondo è cambiato in un batter d’occhio. Qualcuno ricorda il Trattato del Quirinale tra Francia e Italia? È stato firmato in pompa magna il 26 novembre 2021 per la buona volontà del presidente Mattarella e per “l’effetto Mario Draghi”. Da allora sono trascorsi ventotto mesi – sembrano ventotto anni – durante i quali siamo entrati in una nuova era. Quello sovranità Anti-sovranismo.
Per trovare le ragioni dei rapporti molto tesi tra italiani e francesi bisogna tornare indietro nel tempo. I cattolici non hanno perdonato alla “figlia maggiore della Chiesa” – che ha sempre difeso con le armi il papato – di aver scelto la dea della ragione fino al tradimento di Bonaparte. Tra le alleanze della Grande Guerra e i tradimenti di Mussolini potremmo continuare così. Ma per tornare a tempi meno lontani, è opportuno ricordare l’ostilità di Charles de Gaulle verso la penisola, mentre l’attuale destra italiana non ha perdonato l’insulto di Jacques Chirac al Berlusconi francofono, che decise di boicottare il Cinq. Un canale fondato da Mediaset Parigi. Quanto a Emmanuel Macron, destra e sinistra in difficoltà, non piace a nessuno. Inoltre, l’uomo ha messo tutto se stesso con la sua idea “Sovranità industriale”.
I francesi vogliono ancora governare da soli
Come molte guerre, molto studiate nelle università, il Peloponneso è un pantano economico tra Francia e Italia. Il caso intentato contro la Francia da larga parte del settore politico-mediatico italiano si basa su una serie di accuse in parte fondate, in parte faziose, in parte false. Il primo è quasi ovvio: i francesi vogliono ancora governare da soli.
L’offesa più brutale degli ultimi tempi è stata inflitta ai cantieri navali e Carlo Calenda, allora ministro dell’Industria, non lo avrebbe dimenticato. L’ultima riguarda STMicroelectronics, fino ad oggi modello di collaborazione paritaria. La preoccupazione più impressionante è Stellandis, che, piaccia o no, è il primo gruppo industriale italiano.
Chantiers d’Atlantique è stata fondata nel 1862 A Saint-Nazaire. I sottomarini tedeschi presi di mira durante la seconda guerra mondiale furono resuscitati nel 1955 con finanziamenti governativi. Successive fortune li seguirono (costruirono Regina Maria 2) e disgrazie (la rivalità settentrionale e asiatica la fa da padrone). Nel 2008 si ritrovarono nel giro del gruppo norvegese Aker e due anni dopo furono venduti alla sudcoreana STX. Ma la Corea del Sud, un tempo leader nella costruzione navale, è ora minacciata dalla Cina. Nel 2018 ha ceduto le sue attività e ha messo in vendita le sue varie filiali. I suoi cantieri
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