Se c’è un ambito in cui i due smartphone hanno mostrato il loro valore, è proprio la fotografia. Quello di Oppo si affida a sensori da 50 MP per le unità grandangolari e ultra grandangolari (f/1.7 e f/2.2), mentre un terzo sensore da 13 MP, con un teleobiettivo equivalente a 52 mm, gli consente di offrire uno zoom 2x. Da parte di Google, un sensore da 50 MP è presente anche nei comandi dell’unità grandangolare (ottica f/1.9), mentre un sensore da 12 MP è associato all’ottica ultra grandangolare (f/2.2) e un terzo dei 48 MP è affiancato da un obiettivo con zoom ottico 5x.
Il confronto dei risultati mostra che la differenza è debole tra i due smartphone. Nel grandangolo, il display è un po’ più morbido con il terminale Oppo, dove Google punta a evidenziare i dettagli in modo più esplicito, ma è chiaro che i due dispositivi offrono immagini ugualmente convincenti. Notiamo che nonostante la definizione molto più bassa, il Pixel 7 Pro raggiunge facilmente il picco del suo concorrente e fa anche un po’ meglio in termini di riproduzione dei colori in condizioni di scarsa luminosità.
Il teleobiettivo, sul dispositivo di Google, produce foto diurne un po’ più fluide, ma molto vicine a quelle del suo concorrente, nonostante l’ingrandimento maggiore. Di notte, la sua elaborazione software conferma le sue prestazioni e rivela maggiori dettagli. Sono anche le sue prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione, tutte le unità combinate, che consentono a Pixel 7 Pro di vincere questo round, ma con una percentuale molto piccola.
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