I radar sezionali, che misurano la velocità media dei veicoli su un tratto di strada, potrebbero presto scomparire dalla scena stradale francese. Secondo l’associazione 40 milioni di automobilistiQuesti dispositivi sarebbero estremamente poco redditizi (e molto costosi da mantenere) per la sicurezza stradale, che potrebbe prendere in considerazione la possibilità di sostituirli con autovelox automatici più semplici ed efficienti.
È una decisione che fa arrabbiare i sostenitori degli automobilisti, che la vedono come una corsa per il profitto piuttosto che per la sicurezza. Largo Si rileva inoltre che questi autovelox “costituiscono veri e propri strumenti di sicurezza stradale in quanto incitano le persone a rallentare in modo permanente, a differenza di tutti gli altri tipi di autovelox”.
Troppo costoso da mantenere
I radar del dipartimento sono apparsi in Francia nel 2012 con l’obiettivo di ridurre gli incidenti mortali sulle strade. Questi radar, che sono circa un centinaio (tra 97 e 103 a seconda degli anni) sui 4.500 presenti nel Paese, calcolano la velocità media dei veicoli tra due punti su una distanza variabile. È pensato per essere più preciso ed efficiente rispetto ai tradizionali autovelox costanti, che misurano solo la velocità istantanea in una posizione specifica.
Tuttavia, queste sezioni radar non sembrano svolgere la loro missione. Secondo i dati riportati dall’Associazione per la Difesa degli Automobilisti, il loro numero non supera i 5.000 conducenti all’anno, rispetto ai 14.000 degli autovelox fissi. Secondo questi numeri, i radar di questi segmenti sfarfallano quindi 3 volte meno del classico radar automatico.
La sicurezza stradale mette in risalto i costi di manutenzione e riparazione delle macchine, alcune delle quali dovranno essere sostituite. Pertanto prenderà in considerazione la possibilità di sostituirlo nel tempo con radar automatici convenzionali, più efficienti e meno costosi. al momento del loro incarico, Questi radar a distanza costano 165.000 euro contro i 35.000 euro di un radar standard. Per quanto riguarda la manutenzione, è passata da 9.300 euro all’anno a 17.761,20 euro nel 2022, molto più costosa di un radar lambda.
Decisione ingiusta
Questa decisione informale della Sicurezza Stradale ha provocato la reazione dell’associazione. 40 milioni di automobilisti che denuncia la corsa al profitto. “Ufficialmente, la sicurezza stradale giustifica la loro progressiva sostituzione con un altro tipo di radar dal costo economico inferiore… Ma in realtà è la redditività di questi dispositivi che preoccupa le autorità. “In realtà non ricevono abbastanza soldi con le multe!”, ha esclamato il presidente Philippe. Nozier.
Le associazioni automobilistiche restano scettiche sull’utilità e sulla legalità di questo dispositivo. Ritengono che questo sia un mezzo di repressione ineguale e ingiusto, che non tiene conto delle reali condizioni del traffico e viola la privacy dei conducenti. Per questo chiedono una riforma globale del sistema di automazione e di sanzioni che favorisca la prevenzione e l’educazione rispetto alla punizione.
Un nuovo sistema è allo studio
La sicurezza stradale però non abbandona l’idea di misurare la velocità media lungo un tratto di strada. Secondo la rivista Auto PlusLavorerà a un nuovo sistema di monitoraggio, meno costoso ma che non dovrebbe vedere la luce prima di diversi anni.
Questo nuovo sistema si basa sul riconoscimento delle targhe dei veicoli mediante telecamere installate ai bordi delle strade. Permetterebbe poi di calcolare la velocità media del veicolo su una distanza variabile, senza bisogno di sensori a terra o box specifici. Tecnicamente questa soluzione non è ancora pronta. Nel frattempo potrebbero esserci soluzioni alternative come Velolaser o Parifex Nano.
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Una cosa è certa: i giorni delle sezioni radar sembrano contati. I nostri colleghi di L’Argus hanno detto con enfasi: “Sì, metà della flotta radar del dipartimento è in procinto di scomparire. Sì, l’altra metà sarà mantenuta finché funzionerà”. Altre priorità saranno la sicurezza stradale, in particolare la proliferazione degli autovelox autonomi, che sarà la vera gallina dalle uova d’oro.
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