Dalla Germania, passando per il Belgio, fino all’Italia, le elezioni del 9 giugno potrebbero segnare un netto progresso per l’estrema destra nel vecchio continente.
In Francia gli uomini forti politici competono per gli ultimi posti nelle liste per le elezioni europee. Tra loro c’erano Elisabeth Bourne, Edouard Philippe, François Beyroux, Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon. In Italia, invece, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva annunciato a fine aprile che sarebbe stata in testa alla lista del suo partito, Fratelli d’Italia. Ciò non significa che le elezioni europee interessino più agli italiani che ai francesi. Qui vengono visti come poco più che una competizione politica interna, come un’opportunità per ridefinire gli attuali equilibri di potere. I sondaggi d’opinione danno alla Meloni intorno al 26,27%, mentre i suoi alleati Salvini e Forza Italia hanno l’8% e la sinistra è profondamente divisa.
Estrema destra tedesca 17%
In Germania è sempre più di destra, ma è seguito da vicino dall’estrema destra Alternative für Deutschland (AFD), che conferma i suoi progressi con il 17% delle intenzioni di voto. “L’AFD approfitta delle crescenti domande in Germania sul posto degli immigrati nella società e nel mercato del lavoro”, spiega Marie Grabada, ricercatrice dell’Ifri. Inoltre, la Germania sembra essere economicamente indebolita, il che non è cosa da poco in un paese che è stato per anni il motore economico dell’Eurozona. Cresce la preoccupazione per il modello industriale tedesco.
In Belgio gli elettori si recheranno alle urne il 9 giugno per le elezioni europee, ma per le elezioni federali e regionali le differenze elettorali tra le tre regioni si ampliano (Fiandre, Vallonia e Bruxelles-Capitale). Meno visibile nel Belgio francofono, l’estrema destra è in testa alle intenzioni di voto nelle Fiandre con il 27,4%. In Vallonia il Partito socialista belga (PS) è al primo posto. Tra i temi al centro dell’intervento di Vlaams Belong: la divisione del Paese e l’emergere della Repubblica fiamminga, posizioni più rigide in materia migratoria (desiderio di fermare l’immigrazione, inasprimento delle condizioni per la concessione della cittadinanza belga) e sicurezza interna (distruzione di il sistema della liberazione condizionale).
La Spagna sfugge al dominio
Il Portogallo si ritira dalle elezioni legislative dopo le dimissioni del primo ministro La destra vinse sul Partito socialista. Ma anche qui è il progresso dell’estrema destra che va sottolineato. Sega ha fatto un passo avanti senza precedenti posizionandosi al terzo posto con un punteggio record del 18%. I cosiddetti partiti di governo temono un movimento simile alle prossime elezioni europee.
Infine, in Spagna, segnata da una forte tensione politica, i sondaggi prevedono elezioni molto ravvicinate. Ai socialisti del PSOE, al potere dal 2018 con Pedro Sánchez, viene attribuito il 19,3% delle intenzioni di voto. Questo è il più vicino all’opposizione conservatrice (19,2%) PP. Vox, il partito di estrema destra, è molto indietro con il 2,9% delle intenzioni di voto. Per ora, in questo paese eurofilo, le elezioni del 9 giugno passano in secondo piano. Oggi tutti gli occhi sono puntati sulla Catalogna, dove le elezioni regionali del 12 maggio definiranno il futuro politico dell’indipendente Carles Puigdemont.
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