venerdì, Novembre 22, 2024

Da Marte riporteremo anche l’aria!

Durante l’Apollo 17, l’ultima missione con equipaggio umano sulla Luna nel dicembre 1972, l’aria fu rilevata utilizzando campioni di terreno prelevati in questa occasione. Un materiale scientifico di grande valore che viene studiato dal 2021 grazie ad un processo di estrazione a freddo che contribuisce a comprendere la formazione e l’evoluzione del nostro satellite naturale. Ecco perché gli scienziati atmosferici ripongono grandi speranze nell’aria contenuta nelle capsule di campioni di suolo marziano raccolti dal rover Perseverance.

I campioni d’aria provenienti da Marte non solo ci parleranno del clima e dell’atmosfera attuali, ma anche di come sono cambiati nel tempo », Lui spiega Brandi Carrier, uno scienziato planetario del Jet Propulsion Laboratory della NASA.

Perseverance deve raccogliere 38 campioni da Marte

Dall’arrivo su Marte nel febbraio 2021, il rover ha raccolto 24 campioni di regolite, rocce e polvere dalla superficie, conservati in tubi di titanio. Quindici di questi tubi sono conservati in un compartimento del rover mentre gli altri sono posizionati a terra, a una distanza compresa tra 5 e 15 metri, con un dispositivo di geolocalizzazione che permetterà di ritrovarli in tempo. In totale, Perseverance deve prelevare 38 campioni e cinque “provette di controllo” designate per documentare la pulizia del sistema di campionamento durante tutta la missione.

Fonte immagine: © NASA/JPL-Caltech

La prima provetta prelevata dal rover della NASA era destinata esclusivamente all’atmosfera. Inoltre, ogni tubo contiene anche aria marziana che continuerà a interagire con il materiale roccioso fino a quando non ritornerà sulla Terra. Questa combinazione suscita grande interesse tra gli scienziati, perché consentirà di studiare direttamente l’atmosfera marziana e la sua interazione con la superficie.

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Il problema del ritorno dei campioni sulla Terra

Sappiamo che l’atmosfera marziana è costituita principalmente da anidride carbonica, ma può contenere tracce di altri gas (neon, argon, xeno) che possono far luce sulla composizione del Pianeta Rosso e soprattutto sulla somiglianza della sua atmosfera precedente con quella del suo pianeta. predecessore. Quelli trovati sulla Terra primordiale. “Anche gli scienziati che non studiano Marte saranno interessati, perché farà luce su come si formano ed evolvono i pianeti”, commenta Justin Simon, geochimico del Johnson Space Center della NASA.

I ricercatori sperano anche di comprendere meglio la quantità di vapore acqueo che vortica vicino alla superficie di Marte e quindi la distribuzione del ghiaccio sul pianeta e l’evoluzione del ciclo dell’acqua.

Chiaramente, tutto questo è molto promettente. A condizione che i campioni possano essere riportati sulla Terra. Tuttavia, il costo iniziale e la complessità della missione di ritorno del campione su Marte hanno spinto la NASA a rivedere la sua versione. L’Agenzia spaziale americana ha lanciato un bando per progetti del settore privato e ha selezionato sette aziende incaricate di studiare modi più economici e veloci per riportare campioni da Marte. Il piano prevede il lancio nel 2027 e il ritorno dei campioni sulla Terra nel 2033.

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