Nel 2024, il calcolo dell’imposta sulla proprietà dipenderà non da due indicatori, ma da tre indicatori principali. Si tratta innanzitutto di tenere conto del canone annuo teorico dell’immobile (valore locativo), del tasso comunale su cui vota ogni anno l’assemblea locale, ma anche di quel criterio ormai influente che è il tasso di inflazione, ormai rivelatosi al 3,9%.
È un dato di fatto: l’inflazione colpisce tutte le figure dell’economia nazionale. È quasi logico che diventi un criterio fondamentale per il calcolo dell’imposta sugli immobili, dato il suo impatto diretto sulla determinazione dell’importo. Ciò significa che i tassi mensili di inflazione degli ultimi mesi, pubblicati venerdì dall’Istituto nazionale di statistica economica, hanno attirato un’attenzione diffusa, soprattutto da parte degli stakeholder del settore immobiliare.
Infine, l’indice consolidato dei prezzi al consumo (IPCA) è aumentato del 3,9% su un anno a novembre, ha osservato venerdì l’Istituto nazionale di statistica e studi economici. Nuovi dati hanno confermato la tendenza al rialzo sostenuta dell’imposta sulla proprietà, con un aumento di oltre il 9% su un anno e del 26% su dieci anni. “Questi sono i numeri che in qualche modo ci aspettavamo. In dieci anni, l’aumento è stato molto ampio, oltre il 26%, ovvero quattro volte l’aumento dell’IRL (indice di riferimento degli affitti). In un anno, l’aumento è stato superiore al 9% Si tratta di un aumento senza precedenti in un anno. […] “Ciò aumenta l’onere per i loro proprietari”.Sylvain Gratalloup, presidente della Federazione nazionale dei proprietari terrieri, commenta al BFM.
Per approfondire l’origine di questi aumenti, il presidente dell’Unpi li distribuirà tra due regioni, soprattutto quelli relativi alla tariffa comunale, dove rileva che ci sono differenze significative: “A Parigi, ad esempio, la percentuale è superiore al 60%, a Meudon circa al 45%, a Grenoble al 33% e in altre città al 20-25%”.“, sottolinea Sylvain Gratalloup che ha messo il dito su questa nuova tendenza utilizzata da alcuni comuni che hanno rivisto al rialzo la loro tariffa comunale negli ultimi anni.
Aliquota comunale e valore locativo, che sono gli altri due criteri determinati nel calcolo dell’imposta sulla proprietà
Inutile dire che questa aliquota comunale, votata annualmente dal consiglio comunale in cui si trova l’immobile, rimane un criterio importante per il calcolo dell’imposta sulla proprietà. Ma in precedenza, il primo passo nel calcolo dell’imposta sulla proprietà era determinare l’importo dell’affitto annuale da addebitare. Viene sempre calcolato l’ultimo valore corrispondente al valore locativo annuo “Dalle condizioni del mercato locativo al 1970” Ricordatevi della Direzione Generale delle Finanze Pubbliche.
“Un riferimento particolarmente antico che punisce alcuni dei suoi autori e avvantaggia altri.”sottolinea BFM, che cita uno studio di La Banque Postale del 2019, sottolineando che “I valori locativi di 58 dipartimenti francesi (Oise, Cher, Saône-et-Loire, ecc.) erano sopravvalutati rispetto alla realtà del mercato immobiliare, e al contrario erano sottovalutati in 39 dipartimenti (Averon, Gironde, Manica)….”.
Con l’indice unificato dei prezzi al consumo che costituisce l’indice annuale di inflazione, Ora viene pubblicato un aumento del 3,9% su un anno a novembre, quindi l’imposta sulla proprietà dovrebbe aumentare del 3,9% nel 2024. In effetti, questo numero serve come riferimento per valutare i valori delle proprietà. Quindi, a meno che l’aliquota comunale non sia particolarmente pesante nel calcolo del suo valore, l’imposta sugli immobili dovrebbe aumentare del 3,9% per il 2024. Si tratta di un nuovo aumento che sottolinea il forte aumento, nel 2024, di un’imposta che già era rimasta dilagante nel 2024. 2022 e 2023.