Paulo Bento fa avanti e indietro tra la panchina e il bordo del campo. L’allenatore della nazionale sudcoreana non sapeva più se urlare le sue istruzioni in poche parole di inglese o scegliere il silenzio. Nella ripresa i portoghesi non sono più in difficoltà. Non aveva più molto da sperare. Quando Paik Seungho manda un tiro secco nella rete brasiliana (76e), il tecnico tiene le mani in tasca mentre i suoi assistenti festeggiano questo gol d’onore, gol di una squadra che lo elimina più forte di lui, anche se i sudcoreani non sono meritevoli.
“Se giochiamo una serie di partite, il Brasile vincerà sempre, ma in una partita abbiamo le nostre possibilità”.Aveva provato a vendere Pinto durante la conferenza stampa del giorno prima. La Corea del Sud, infatti, non ha avuto scampo durante gli ottavi di finale, lunedì 5 dicembre allo Stadium 974 di Doha, Persa 4-1 dal Brasile in una manifestazione, almeno nel primo tempo. Fallo primo gol subito troppo presto (Vinicius, 7e), al talento di un avversario non meno brillante del suo, al ritorno spumeggiante di Neymar prima di finire al trotto lento. Colpa anche di questa logica continentale, che vuole che i quarti di finale dei Mondiali restino un club chiuso gestito da europee con Brasile e Argentina ospiti fissi. A meno che il Marocco non batta la Spagna martedì, questo infrange la certezza.
Ma sembra che il tempo delle sorprese sia svanito alla fine del primo turno. “La sconfitta è giusta, dobbiamo congratularci con il Brasile, sono stati più bravi di noi” Conosce Paulo Bento prima di annunciare la sua partenza dopo quattro anni alla guida dei Taeguk Warriors. “Orgogliosi del lavoro svolto e del nostro Mondal.” Nella sconfitta di serata, il rassegnato si rammarica un po’ del regalo fatto ai suoi giocatori. Pinto avrebbe voluto vedere la sua squadra difendere più in basso, concedersi meno e offrire tratti larghi come la tangenziale di Doha.
I brasiliani non hanno chiesto molto, spinti dall’idea di regalare un po’ di allegria e conforto al “re” Pelé costretto a letto che ha fatto capire di assistere all’incontro dall’ospedale. Il tre volte campione del mondo deve aver apprezzato la maestria di Neymar nel trasformare il calcio di rigore (assegnato dall’arbitro francese Clement Turpin, 13 annie) In particolare questo terzo obiettivo. Non è chiaro se Brazil 1970 sia stato – forse il migliore di tutti i tempi – ma c’era un misto di circo, magia e genio collettivo in questo atto. Richarlison ha fatto rimbalzare la palla sulla testa quattro volte come un giocoliere di strada, prima di iniziare un triangolare con Marquinhos e Thiago Silva fino alla conclusione perfetta (30′).e).
“Spero che a Pelé sia piaciuta la partita”
A quel punto, infatti, non si trattava più del ruolo del 16° con suspense e drammaticità, ma piuttosto di un incontro di artisti a cui partecipava Vinicius, che interpretava il ruolo dello squallido Lucas Paqueta per il quarto gol (36 ).e). Era il Brasile e le sue illusioni. La sua maglia gialla, le sue cinque stelle, le leggende fondatrici, è così il bel gioco, Questo modo di presentarsi al mondo è più bello di altri. Ma nel calcio, la magia è spesso un’illusione. L’ingenuità coreana ha aiutato, anche il suo rifiuto di chiudere la partita. “Durante il primo turno abbiamo affrontato squadre molto vicine tra loro, cosa che non era il caso della Corea e siamo stati in grado di approfittarne”.Riconosciuto come il marcatore più bello della serata, Richalison.
Dal prossimo turno il Brasile colpirà duro, molto concretamente con la finalista uscente, la Croazia, Vincente dal Giappone ai rigori (1-1, 3-1 ai rigori). Venerdì è difficile immaginare Tite, un allenatore un po’ duro con se stesso, che si esibisce in alcuni passi di danza con i suoi giocatori sulla falsariga del famoso gol di Richarlison. Tanto meno per far emergere il suo portiere Alisson Becker (non del tutto fuori gioco contro l’intraprendente coreano) per offrire qualche minuto da Mondiale al suo terzo portiere, un felicissimo Werton.
Per ora questo Brasile non è altro che un sorriso e una leggerezza. Nessuno ha pensato di dargli torto per questo secondo periodo più rilassato. La Selecao lunedì ha ritrovato l’essenziale, un Neymar felice, eletto migliore in campo e rassicurato per l’infortunio alla caviglia subito all’inizio del torneo contro la Serbia. ” Quando mi sono infortunato, ho passato una brutta serata, ho pensato un milione di cose e avevo paura di non andare più ai Mondiali. ammesso in conferenza stampa.
Come sempre, anche Neymar “Grazie Dio” Era la sua parola di cordoglio re (il re) : “Spero che a Pelé sia piaciuto il gioco.” Se non spegne la TV molto velocementeE il Probabilmente ha visto Nye ei suoi soci in piedi alla fine dell’incontro dietro uno striscione con questa immagine mitica di lui ubriaco di felicità. nei reggiseni di Jairzinho Dopo aver sconfitto l’Italia nella finale del 1970 a Città del Messico. Il Brasile era grande e bellissimo ai tempi. Il torneo del 2022 può prendere la strada, riconnettersi con la vittoria e la bellezza, ma ha ancora tre partite da dimostrare.