Ilaria Salis, 39 anni, che lunedì sedeva in tribunale con mani e piedi incatenati, martedì è finita sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani, suscitando una diffusa indignazione nella penisola. Martedì il governo italiano ha affermato che le autorità ungheresi sono andate “troppo oltre” incatenando e portando in tribunale una donna italiana che ha tentato di aggredire i neonazisti a Budapest.
Insegnante a Monza, vicino Milano, è stata arrestata nel febbraio 2023 a seguito di una manifestazione contro un raduno di neonazisti a Budapest. È accusato di tentata aggressione e di appartenenza a un'organizzazione di estrema sinistra, con la prossima udienza prevista per il 24 maggio. Ilaria Challis nega le accuse, che potrebbero portare a 11 anni di carcere.
“È andato troppo oltre”
“Mi sembra che questa volta si sia esagerato”, ha detto martedì alla radio RAI il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Sebbene abbia negato di voler interferire con il sistema giudiziario ungherese, ha affermato: “Trattare un prigioniero in questo modo sembra davvero inappropriato, non in linea con la nostra cultura giuridica”.
Roma vuole che gli imputati beneficino degli arresti domiciliari come alternativa alla detenzione. I suoi avvocati hanno anche chiesto la traduzione in italiano degli atti giudiziari e di poter vedere il video di sorveglianza dell'aggressione per garantire un “giusto processo”. Antonio Tajani ha ricordato che martedì l'ambasciatore ungherese è stato chiamato a spiegare le sue ragioni e ha assicurato di averne discusso con il suo omologo ungherese.
L'ambasciatore italiano a Budapest, dal canto suo, si è recato martedì al ministero della Giustizia dopo aver incontrato il padre di Ilaria Sallis, che da mesi si batte per l'intervento del governo italiano. Secondo Roberto Salis, sua figlia è stata trattata “come un animale” lunedì in tribunale e ha sofferto condizioni “disumane” nella sua cella in un'unità di massima sicurezza infestata, dove le mancavano cibo e prodotti per l'igiene.
Condizioni carcerarie atroci
“L'Ungheria è stata più volte segnalata” a livello nazionale ed europeo, “per le pessime condizioni carcerarie”, ricorda all'AFP Giorgi Magyar, avvocato di Ilaria Salis. Anche portare i prigionieri in tribunale in catene è una pratica comune.
Secondo l’ultimo rapporto Eurostat, l’Ungheria, insieme alla Polonia, ha il numero proporzionalmente più alto di detenuti nell’Unione Europea (UE): 191 ogni 100.000 persone, una media di 106. Criticato in passato dal Consiglio d’Europa. Interrogato sul caso, un portavoce della Commissione europea ha detto martedì che le condizioni di detenzione sono responsabilità degli Stati membri, ma che sono in corso discussioni sugli “standard minimi”.
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