Doppio passaggio per Benjamin Jermay. Il leader della squadra Intermarché-Circus-Wanty ha vinto lo sprint davanti a Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) sabato, sulle strade di Colombey-les-Deux-Églises, al termine dell’ottava tappa del Tour de France. .
Al terzo posto si è piazzato il campione belga Arnaud De Lee (Lotto-Dstny). Il primo francese, Anthony Tourges (Total Energies), è arrivato settimo. Nonostante la buona guida della sua squadra, Brian Coquard (Cofidis) ha iniziato la sua gara in anticipo e non è riuscito a raggiungere il 37° posto.
Cinque giorni dopo lo storico successo di Torino, nel corso della terza tappa, il 24enne eritreo ha raddoppiato il suo vantaggio al termine dell’arrivo pianeggiante e in salita. Un’operazione affascinante per ottenere la maglia verde che effettivamente indossa. In effetti, l’inasprimento della gara nei chilometri finali ha visto diversi pesi massimi espulsi dal gruppo, tra cui Mark Cavendish (Astana Kazakistan) e Fabio Jacobsen (DSM-Firmenich PostNL). Il secondo classificato Mads Pedersen (Liddle Trek) lo ha abbandonato quattro giorni dopo la sua caduta.
Intrappolata tra una cronometro che sembrava una prima prova, venerdì, e una giornata di “piste bianche” presumibilmente difficile, domenica, questa ottava tappa ha permesso ai leader di ricaricare le batterie. Al 13° posto di giornata, tre posizioni dietro Remco Evenepoel (Soudal-Quickstep), Tadej Pogacar (UAE) conserva quindi la sua maglia gialla, senza un notevole cambiamento nella classifica generale.
No. Abrahamsen, molto solo
Se il gruppo avesse avuto più corridori del calibro di Jonas Abrahamsen (Uno-X), il pomeriggio sarebbe stato sicuramente più vivace. Il portatore della maglia a pois si è lanciato di nuovo in avanti non appena ha dato il vero sussulto, sotto la pioggia che sembrava apprezzare. Il norvegese è stato assistito per la prima volta dal duo EF Education-EasyPost Neilson Powless-Stefan Bissegger, e si è ritrovato solo dopo meno di 30 chilometri.
Niente a scoraggiarlo, tranne il punto di partenza della lunga fuga in solitaria, che avrà fino a 6 minuti di anticipo ai 120 chilometri dal traguardo, prima di vedere inevitabilmente restringere il divario. La colpa, in particolare, è stata la pioggia che ha segnato il suo ritorno durante la traversata di Chaumont, e che ha messo a dura prova il gruppo fino a quel momento in controllo, tranne che per una lieve caduta. Abrahamsen fu catturato a 15 km dalla linea, non appena le divisioni nemiche furono in testa. Un raid coraggioso, ma ancora una volta senza successo.
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