La società madre di Google continua a guadagnare di più sia da YouTube che dal suo motore di ricerca.
Alphabet, la società madre di google browser, le sue vendite hanno registrato un aumento del 41% nel terzo trimestre, raggiungendo i 65 miliardi di dollari, e il gigante di Internet ha registrato un utile netto di 18,9 miliardi di dollari, ben al di sopra delle aspettative del mercato.
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La principale società di pubblicità online al mondo, che è stata oggetto di numerose indagini e procedimenti giudiziari per le sue presunte pratiche anticoncorrenziali, continua a ricavare maggiori entrate sia da YouTube che dal suo motore di ricerca. Da luglio a settembre, secondo un comunicato stampa, il suo servizio video ha venduto 7,2 miliardi di dollari di spazi pubblicitari mirati con precisione a contenuti e utenti, contro i 5 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’anno scorso.
Il suo business cloud (remote computing) ha generato quasi 5 miliardi di dollari di entrate, con un aumento del 45% in un anno. “La trasformazione digitale e il passaggio al lavoro ibrido (in ufficio e da remoto, ndr) continuano e i nostri servizi cloud aiutano le organizzazioni a collaborare”Sundar Pichai, presidente della società, ha dichiarato in una nota. Anche per il trimestre in corso, ovvero la fine delle vacanze di fine anno, Alphabet spera di trovare un posto nel mercato degli smartphone. Rilasciato questo mese Pixel 6, un nuovo set di dispositivi con un processore progettato da Google e molte funzionalità di intelligenza artificiale.
Indagini e prove
Ma Google Drive continua a fare pubblicità. Il gruppo californiano ha il 28,6% del mercato pubblicitario digitale globale nel 2021, secondo eMarketer, davanti al suo vicino Facebook e alla sua quota del 23,7% della torta. Oltre al motore di ricerca divenuto sinonimo di Internet, e di YouTube, il gruppo possiede una serie di servizi, dalla mappatura (Google Maps) alle email (Gmail) molto utilizzati dagli internauti, e quindi apprezzati dagli inserzionisti. .
Ma questo dominio del settore gli è valso numerose inchieste, multe e procedimenti penali per diversi anni. Bruxelles ha annunciato a giugno un’indagine contro Google per pratiche anticoncorrenziali nelle sue tecnologie di pubblicità display, dopo che l’autorità francese della concorrenza ha imposto una multa di 220 milioni di euro e chiesto riforme. Alla fine del 2020, Google è stata oggetto di tre misure antitrust negli Stati Uniti. A dicembre, una coalizione di 38 stati e territori degli Stati Uniti lo ha accusato di esercitare un “monopolio illegale” sulla ricerca su Internet e sulla pubblicità.
I funzionari eletti statunitensi prevedono anche di stringere le viti con regole antitrust più severe. A giugno, una commissione parlamentare ha approvato una serie di leggi che aprono la strada alla trasformazione dell’economia digitale e al possibile smantellamento di Google, Facebook, Apple e Amazon. Ad esempio, queste società non avranno il diritto di gestire piattaforme per società terze fornendo servizi concorrenti.
I funzionari eletti stanno anche cercando di impedire alla Silicon Valley di dare priorità ai suoi prodotti o servizi, con Google nel mirino. I gruppi più grandi non avevano più il diritto di avere concorrenti. L’anno scorso Alphabet ha generato circa 150 miliardi di euro di entrate, di cui oltre l’80% dalla pubblicità online.