Questo si chiama assumere la propria posizione. Numero 4 e numero 2 del mondo in questo torneo di Vienna, Alexander Zverev ha imposto la sua legge con grande autorità al giovane fenomeno Carlos Alcaraz sabato in semifinale. Praticamente ingiocabile, il tedesco non ha visto cali di ritmo, a differenza delle sue precedenti partite, per riportare il 18enne spagnolo agli studi in due set (6-3, 6-3) e poco più di un’ora di gioco (1:08 per l’esattezza). Domenica proverà a conquistare il suo quinto titolo stagionale o contro Yannick Sener o contro Francis Tiafoe.
Dopo la straordinaria sfida di venerdì contro Matteo Berrettini nei quarti di finale – la sua seconda vittoria nella Top 10 – Carlos Alcaraz era atteso al girone. Riuscirà a scuotere Alexander Zverev che ha spazzato via (6-3, 6-1) durante il loro primo incontro ad Acapulco lo scorso marzo? Il tedesco si incaricò di rispondere alla domanda con una certa brutalità: non ancora.
ATP Vienna
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Alcaraz avrà segnato in sole due partite in più rispetto a quanto ha segnato in Messico. Si è qualificato per la sua prima semifinale all’ATP Tour, ma ha fatto passi da gigante in sette mesi: ha vinto il titolo, ha raggiunto i quarti di finale degli US Open e ha già battuto il decimo posto. È ancora piuttosto basso rispetto all’esperienza di Zverev e al livello che può raggiungere quando la sua fiducia è al massimo. Lo spagnolo ha vissuto un’esperienza amara, riuscendo a raggiungere l’avversario solo nelle prime sei partite (3-3).
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Mentre i server sono stati finora la legge, Zverev ha puntato sul recupero e ha approfittato di alcuni bug di Alcaraz (leggermente meno attivi rispetto al giorno prima) per prendersi una pausa e non guardare più nello specchietto retrovisore. Ha anche pareggiato cinque partite 2-3 a 6-3, 1-0 per distinguere questa partita dal suo segno. E mentre serve ha fatto parlare la polvere da sparo in proporzioni che hanno soppresso le tendenze avversarie: 79% dei primi palloni (84% nel primo set durante il quale ha perso solo 3 punti nel suo impegno), 84% dei punti guadagnati alle sue spalle, 70 % del successo dietro il secondo e 8 servizi.
Il secondo atto ha seguito lo stesso percorso, anche Zverev stava emergendo poco prima (6-3, 4-2). Alcaraz è stato completamente immerso nel processo di recupero, nonostante il suo flash, trovandosi senza soluzioni allo scambio, neutrale per la lunghezza della palla avversaria. Alla fine, il tedesco ha avuto solo una spintarella quando è stato chiamato per la partita: poi si è un po’ irrigidito, ha fatto il suo unico doppio fallo nella partita e ha respinto l’unico break point dell’avversario (fallo di rottura che si verificava). Pertanto, questo collegamento tra Berrettini e Zverev è ancora molto difficile per lo spagnolo che saprà trarre insegnamento da questa lezione. Se rimane nei suoi arrangiamenti, il suo carnefice potrebbe avvicinarsi alla finale (molto fiducioso) dalla sua parte.
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