La giornalista della squadra Anne Giuntini ricorda con emozione su franceinfo il giorno del 1 maggio 1994 quando rimase coinvolta nell'incidente mortale che coinvolse la leggenda brasiliana della Formula 1.
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Una leggenda sonora: Ayrton Senna moriva 30 anni fa sul circuito italiano di Imola. Una gara tragica da ricordare: i telespettatori di tutto il mondo guardarono questo dramma in diretta televisiva, mentre il pilota brasiliano era all'apice della sua carriera.
Una gara straordinaria anche quella, questo fine settimana del 1994 a Bologna: il giorno prima dell'incidente mortale del brasiliano durante il Gran Premio, un altro pilota di Formula 1, l'austriaco Roland Ratzenberger, era già morto in un incidente durante le prove di qualificazione. Anche Rubens Barrichello, connazionale di Senna, fu coinvolto in un incidente lo stesso fine settimana, dal quale uscì miracolosamente illeso.
Giornalista Il gruppo Anne Giuntini era lì in quel momento. France Info ricorda questo fine settimana e la morte della leggenda brasiliana: “Quando l'auto si fermò, la testa di Senna si mosse e tornò in posizione verticale, Dice con emozione. Mi aggrappavo a questa immagine, a questa speranza, a questa convinzione che non potesse morire. Perché Cena in realtà non poteva essere morto.”
“Il pianeta ha smesso di ruotare”
“Abbiamo avuto l’impressione che il pianeta avesse smesso di ruotare e in sala stampa c’è stato un grande silenzio. Siamo rimasti scioccati da questa notizia arrivata così tardi”. Il giornalista ricorda. “Nel frattempo abbiamo avuto il tempo di informarci ma non siamo riusciti a trovare alcuna informazione. Il suo addetto stampa stava correndo verso l'elicottero e mi ha detto: “Non sappiamo quale braccio o quale spalla…”. In realtà credo che lo sapesse, ma non poteva dirlo. Ho visto il suo fotografo personale lasciare lo stand della McLaren in lacrime. Alla Williams-Renault eravamo molto seri ma non abbiamo mostrato nulla.” Continua Anna Giuntini.
“Nel momento in cui ci è stato detto che era cerebralmente morto, clinicamente morto, qualcosa si è fermato. Penso che abbiamo avuto difficoltà a realizzarlo e capirlo.”
Anna GiuntiniIn Francia Informazioni
Poi il giornalista conferma:“Personalmente ho sentito il bisogno di andare al suo funerale in Brasile [L’Equipe] Se non mi avesse mandato lì, ci sarei andato personalmente perché dovevo accompagnarlo”.
Conclude Anne Giuntini: “Non potevamo credere che fosse morto. Il giorno dopo, quando salimmo sull'aereo da Bologna e il suo aereo era lì sulla pista… sì, era lì, senza di lui: non è partito. Piano piano ce ne siamo accorti. Ma era intermittente. Non potevamo accoglierlo tutto in una volta, era troppo grande.”
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