Questo prezzo fisso coprirà i costi associati al telelavoro, sia che venga svolto a casa, in uno spazio di co-working o in una terza sede.
Una proposta di legge arriva al momento giusto, mentre il governo cerca di attivarla Niente più lavoro a distanza Per contrastare la quinta ondata di Covid-19. È stato decollato da Frédérique Lardet, membro dell’Alta Savoia (LREM), a metà novembre, e mira a creare “pacchetto di lavoro a distanza» Max 600 euro all’anno. Tale agevolazione, che è esente da imposta ed esente da contributi e oneri sociali dell’impresa, può essere attuata attraverso la convenzione aziendale. Consentirà ai dipendenti di far coprire al datore di lavoro i costi del lavoro a distanza, sia che si svolga a casa (internet, elettricità, ecc.) o fuori, in uno spazio di co-working o in un terzo luogo.
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Quest’ultimo elemento costituisce tutta la novità di questa proposta. In effetti, l’attuale sistema – le aziende possono pagare l’indennità di telelavoro esentasse ed esenti da tasse fissate a € 2,50 al giorno e € 550 all’anno – sono solo preoccupazioni”Costi del lavoro in remoto da casa‘, note di Frédérique Lardet, unisciti ad esso le Figaro. salvo che”Alcune persone non possono lavorare in remoto da casa“, conferma la squadra, a causa dell’inadeguatezza dell’alloggio al lavoro (mancanza di spazio, connessione internet scadente, inquinamento acustico…).Questo è ingiustoho criticato.
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Carta per pagare i costi del lavoro a distanza
Questo è il motivo per cui il membro suggerisce di creare un pacchetto che possa essere utilizzato anche per “call center‘sullo stesso modello’Pacchetto mobilità“precedentemente esistito”.Questo dispositivo può essere dematerializzato, con una carta che il dipendente usa per pagare il proprio lavoro a distanza, che può essere ricaricata come una tessera del biglietto di un ristorante.spiega Frédérique Lardet.
Se il deputato Macaronottimista«Per quanto riguarda l’adozione della sua proposta in futuro, con l’appoggio di quaranta eletti dalla maggioranza, non è ancora stata vinta. E lei vuole studiarla in Parlamento il prossimo gennaio o febbraio, cioè prima della fine del legislativa, per la sua entrata in vigore, auspicabilmente entro la fine del 2022.
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