sabato, Novembre 23, 2024

Spagna – Francia – Veni, vidi, vici: Les Bleus di Didier Deschamps e il rinnovato gusto per la conquista

A settembre, dopo due vergognosi pareggi, Didier Deschamps ha indubbiamente subito il più grande colpo manageriale dal 2014. La Francia ha aspettato la reazione, ma la rimonta ha portato il risultato di una sconfitta europea completa e si è conclusa molto prima del previsto. Era ancora l’uomo giusto per il lavoro? E se questa squadra francese si vedesse molto bella? Si credeva che questi azzurri, pieni di dubbi, non fossero altro che una pallida copia dei campioni del mondo che conquistarono la Russia. Il problema per uomini di questo calibro è che i risultati sono fragili.

La realtà di giugno non è più la realtà di ottobre. Ancora più sorprendentemente, il 50° minuto non era più nemmeno l’80° minuto. È una questione di personale e di orgoglio. Hanno anche talento, ovviamente. Le deboli giustificazioni dell’allenatore (“Siamo stati 3-1 in 80 contro la Svizzera‘, annunciato su L’Equipe in merito al suo ritorno mediatico) e l’idea che l’euro sia stato solo un incidente ha oggi molto più significato.

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Quando sei al lavoro è davvero spaventoso

Da Torino a Milano si è diffusa l’impressione che i Blues possano fare quello che vogliono quando vogliono. Ti ho visto sconfitto Sono venuti, hanno visto, hanno aperto. Belgio e Spagna pensavano di averli distrutti. Ma quando Pogba e i suoi compagni decisero di alzarsi, nessuno resistette loro. Basta leggere i titoli dei giornali italiani stupiti di quello che è successo davanti ai suoi occhi. “Quando sei al lavoro è davvero spaventoso“,”La squadra dei fenomeni‘Possiamo leggere lunedì nella European Champions Press?’fenomeno“Era anche la parola più usata dai nostri colleghi spagnoli nelle corsie di San Siro e non sempre era rivolta a Gavi.

Se questa ricetta per la rinascita dovesse essere definita, si potrebbe riassumere in tre parole: talento, orgoglio e carattere. Questa squadra ha cambiato carattere sotto l’influenza del ritorno di Karim Benzema, del ritiro di Blaise Matuidi, dell’assenza di N’Golo Kante e dell’esclusione di Olivier Giroud. Non ha più il controllo perché è stata in grado di affrontare il Belgio nelle semifinali della Coppa del Mondo 2018. Ecco perché ha sofferto così tanto questa settimana. Ma l’ingegnosità delle sue incisioni è più che mai sufficiente per tirarsi fuori dai guai.

Raramente vediamo una squadra francese così devastante

Raramente abbiamo visto una squadra francese così distrutta contro i big come negli ultimi istanti di Francia – Belgio o Francia – Spagna. Pressione collettiva, palla fuori da Pogba, Il senso dello scopo di Benzema e il restoMbappe Speed: Quando tutto è messo insieme, la Francia diventa ingiocabile. Tuttavia, l’area di miglioramento è ancora reale. In particolare, per i primi tre che non stavano molto bene insieme. Questo ottobre lascia immaginare la potenza di questo trio mentre girano insieme. Chi riuscirà allora a resistere agli azzurri? Diciamolo onestamente oggi, nessuno.

Tanto più che ha trovato un sistema che mette in risalto i suoi punti di forza (talento offensivo) anche se non mitiga le sue debolezze (difesa ancora fragile). Questa doppia etichetta ha anche permesso di evidenziare nuove opzioni, giovani con un potenziale molto alto che finalmente costituiscono un appeal affidabile per i campioni di Russia (Théo Hernandez, Aurélien Tchouaméni o anche Jules Koundé, nelle sue scarpe da ginnastica ben affilate).

il loro nemico? Comfort

C’è ancora un nemico astuto, che è costato l’euro e non è ancora scomparso alla vista. La squadra francese non ama riposare. Deve essere spinto a risvegliare l’entusiasmo degli eroi che lo compongono. Questo è stato il caso di Ungheria, Portogallo, Svizzera, Bosnia e Ucraina, e ancora più caricaturale nei confronti dei belgi e degli spagnoli. Sette volte, nelle ultime otto partite, ha ceduto il primo gol. In sostanza, nelle partite importanti, solo una volta è riuscita ad abbassare la guardia. Al termine di una partita che sembrava piegata 3-1 contro la Svizzera. Il resto lo sappiamo.

“Agli azzurri non piacciono le comodità, vanno spinti”

A un an du QatarEcco la battaglia di Deschamps. In quanto tale, la Società delle Nazioni funge da punto di partenza e da promemoria. Possiamo misurare l’importanza dei trofei nei litri di lacrime versate sull’erba dopo la finale. Tutte le guance si sono inaridite la domenica, nei vincitori come nei vinti. Ma questa settimana non si trattava di gloria, eroismo e storia, ma piuttosto di riconquista e rinascita. Missione compiuta, per il resto bisognerà aspettare 14 mesi. Didier Deschamps può di nuovo dormire sonni tranquilli.

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