Mentre circa il 30% dei casi di cancro si sviluppa dopo un’infiammazione cronica, i ricercatori dell’Inserm e del Centro nazionale per la ricerca scientifica sono riusciti a identificare i linfociti coinvolti nell’insorgenza di questa infiammazione.
Questo è il “primo”. Secondo uno studio condotto dai ricercatori, in particolare: Dall’Inserm e dal CNRSed è stato pubblicato martedì 27 agosto sulla rivista Immunologia naturaleSono state identificate cellule immunitarie che causano il cancro.
Sebbene circa il 30% dei tumori insorga in seguito ad un’infiammazione cronica locale, si ritiene che i linfociti coinvolti nei processi infiammatori partecipino alla generazione di questi tumori.
Doppia scoperta
Durante la loro ricerca, gli scienziati si sono interessati a una popolazione specifica di cellule immunitarie all’interno dell’intestino, i linfociti Th17, che potrebbero essere coinvolti nello sviluppo di malattie infiammatorie come la sclerosi multipla o il morbo di Crohn.
“Abbiamo dimostrato per la prima volta che esistono in realtà otto sottotipi di linfociti Th17 con ruoli distinti”, ha spiegato Julien Marie, direttore della ricerca dell’Inserm.
“Uno di loro ha un ruolo oncogenico, il che significa che quando alcuni dei freni di attivazione vengono rimossi, contribuisce allo sviluppo del cancro. Quando entrano in contatto con queste cellule Th17, le cellule intestinali fino a quel momento sane diventano cancerose.” .
È stato inoltre riscontrato che la popolazione con tumori era maggiore nei pazienti ad alto rischio di sviluppare il cancro. O anche che una proteina chiamata citochina TGF-β ha permesso di inibire la formazione di tumori Th17.
Queste scoperte rappresentano un doppio motivo di speranza per i ricercatori. In primo luogo, questi studi ci consentono di mettere in discussione, caso per caso, la misura in cui l’immunoterapia viene utilizzata nei pazienti affetti da cancro, poiché è noto che questa pratica causa infiammazione intestinale cronica. Quest’ultimo può essere una ragione per lo sviluppo di un altro cancro.
In secondo luogo, la conoscenza della proteina che inibisce il sottotipo Th17 potrebbe consentire lo sviluppo di nuovi trattamenti preventivi contro il cancro.