Sabato 17 agosto l’Indonesia ha tenuto una piccola celebrazione del suo Giorno dell’Indipendenza nella futura capitale del paese, Nusantara. Questa città, situata sull’isola del Borneo, dovrebbe sostituire Giakarta sull’isola inquinata di Giava, minacciata dall’innalzamento del livello dell’acqua.
Con un costo di 32 miliardi di dollari (29 miliardi di euro), sabato sarebbe dovuta diventare ufficialmente la capitale dell’Indonesia, ma ritardi nella costruzione e problemi di finanziamento hanno costretto il presidente Joko Widodo a rinviare la firma di un decreto che sigilla il trasferimento.
Ma Joko Widodo era presente alla cerimonia di Nusantara, senza parlare, in compagnia di ministri e alti ufficiali dell’esercito, per rassicurare gli investitori sulla fattibilità del progetto. Lascerà l’incarico dopo dieci anni al potere. Il giorno prima aveva pronunciato al Parlamento il suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione, in cui aveva elogiato i suoi risultati economici, senza nemmeno menzionare Nusantara.
Il suo successore, Prabowo Subianto, che entrerà in carica a ottobre, ha partecipato alla cerimonia, che prevedeva una preghiera e una parata militare. In tutto hanno partecipato meno di 2.000 altre persone, poiché la carenza di alloggi e i lavori in corso hanno ridotto la lista degli invitati, che inizialmente contava 8.000 persone. Il decreto presidenziale che impone il cambio di capitale potrebbe essere ritardato fino all’insediamento di Prabowo Subianto.
Mancanza di investimenti e preoccupazioni degli ambientalisti
Le ex Indie orientali olandesi, oggi Repubblica di Indonesia, dichiararono la propria indipendenza nel 1945, dopo più di tre secoli di dominio terminato dall’occupazione giapponese durante la seconda guerra mondiale.
Per Nusantara gli investimenti, soprattutto quelli provenienti da donatori stranieri, erano inesistenti. Restano da trovare 100.000 miliardi di rupie (6,13 miliardi di dollari) entro la fine dell’anno; Finora sono stati generati solo 56,2 trilioni di rupie.
Gli ambientalisti hanno anche messo in guardia contro la costruzione di una megalopoli in una delle più grandi aree di foresta pluviale del mondo, che ospita oranghi, scimmie dal naso lungo e leopardi nebulosi (o leopardi a lungo raggio).
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