Non sono passati inosservati i cori razzisti lanciati dagli argentini contro la nazionale francese dopo la vittoria nella finale di Copa America.
Copa America 2021, Finale 2022, Coppa del Mondo 2022, Copa America 2024: per tre anni, l’Argentina ha vinto tutto sul suo cammino a livello internazionale. Abbastanza per consentire a Lionel Messi di completare un palmares che, per scelta, in precedenza si era limitato a un titolo mondiale Under 20 nel 2005 e a una medaglia d’oro olimpica nel 2008. Ma questi successi hanno messo in luce anche altri giocatori, compresi comportamenti che sono stati emozionante. .
Emiliano Martinez, specializzato nell’andare oltre le regole per destabilizzare i rigoristi avversari, è l’esempio perfetto. Ricordato dai giocatori della nazionale francese. Gli azzurri che nei giorni scorsi sono stati bersaglio anche di una brutta scivolata di Enzo Fernandes. Per celebrare il titolo continentale dell’Albiceleste, il centrocampista non ha trovato di meglio che filmarsi mentre urlava cori razzisti contro la squadra tricolore.
Lionel Messi lo porta al suo rango
Questa è una posizione che Pierre Menes condanna fermamente.
“L’Argentina è un paese di razzisti? Non ci sono mai stato prima, quindi non lo so. Ma quello che so è che è una generazione di piccoli idioti.”interviene sull’ex consulente di Canal+ nella sua rubrica Affronta Piero, trasmesso su YouTube. Per lui, anche se nelle foto non compare Lionel Messi, responsabile della vicenda è anche l’otto volte Pallone d’Oro.
“Tra (Emiliano) Martinez, portiere di fama consolidata, (Enzo) Fernandez, (Leandro) Paredes e giocatori del genere, sono archetipi di giovani idioti, e a volte incontriamo una generazione come questa”.Lui continuò. Se qualcuno si aspetta che Lionel Messi raggiunga questo livello, non conosce Lionel Messi, a cui non importa altro che se stesso e la sua famiglia. »
Dopo che le immagini e le parole contenute in questa canzone hanno scatenato il razzismo, la Federcalcio francese ha contattato la FIFA e ha presentato una denuncia per dichiarazioni offensive di carattere razzista e discriminatorio. Pierre Menes afferma che questo approccio non ha alcuna possibilità di raggiungere una penalità: “Non dobbiamo sognare. Questa denuncia non passerà. Una multa, una manganellata, magari una bastonata, se aspettiamo che ci venga tolto qualcosa, sogniamo”.
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