La follia del “Tour de France” raggiunge l’Italia 10 giorni prima della grande partenza da Firenze. Vogliamo sfruttare al massimo l’esposizione mediatica del terzo evento sportivo più seguito al mondo, nel nostro vicino più prossimo, il Piemonte e soprattutto a Torino, dove il tour farà tappa il 1 luglio. Scopri gli sforzi più originali.
“La tappa più lunga percorsa dal Tour de France passerà alla storia come una corsa in Piemonte. Quindi è giusto sfruttare al meglio questo evento.”
Tutto sorride quando il presidente della Regione Piemonte accoglie, il 13 giugno, nel salone dei ricevimenti del suo nuovissimo grattacielo, il famoso trofeo “Grand Depart”: un regalo degli organizzatori del Tour de France, alle regioni ospitanti del prime fasi.
Prima volta in Italia
Stiamo già affrettandoci a scattare la nostra foto davanti ad una tazza. Fino al 30 giugno sarà esposta nel Palazzo della Regione e poi nel “Palazzo Madama” nel centro della città di Torino.
Non è certo l’unica attrazione pensata per “scaldare” il pubblico piemontese, da sempre grande appassionato e appassionato di ciclismo.
“È ancora incredibile che una culla del ciclismo come l’Italia, madre del Gros, non abbia ancora condiviso l’immensa gioia di accogliere l’inaugurazione del Tour de France”, Lo annunciava non molto tempo fa un editoriale del principale quotidiano sportivo italiano “Cazzetta dello Sport” (e organizzatore del famoso “Giro” Giro d’Italia).
È partito da Firenze il 29 giugno, con una tappa dedicata al corridore toscano di due vincitori del Tour de France, Gino Bartali. I piemontesi dovranno aspettare il primo luglio per vedere i corridori piacentini arrivare a Torino, la loro capitale, dopo un passaggio in Emilia-Romagna, rendendo omaggio a Marco Bandani, campione locale della tappa.
Il miglior corridore locale che Fausto Coppi abbia mai visto nel paese. In questa fase gli verranno tributati anche degli omaggiAl termine del trittico transalpino si rende omaggio al “campionissimo”. In alcune occasioni il gruppo attraversa l’omonima montagna che verrà ribattezzata in suo onore.
Tre posizioni italiane… una e mezza, visto che parte il 4 da Pinerolo (Piemonte) per arrivare in terra francese a Valloire in Savoia. Il primo che non smette mai di accendere l’animo dei “Tifosi” italiani e piemontesi. Retrospettive di film sulla bicicletta nelle sale cinematografiche, “Pedalette” (il ciclismo per un vasto pubblico), mostre dedicate alla piccola reginetta sotto i chilometri di portici del centro della città, le luci gialle dei principali monumenti torinesi “Tour de France” …
“La Grande Boucle ti fa impazzire… ma è forte! Come una gigantesca bicicletta formata da un centinaio di torinesi, ha detto uno dei partecipanti alle numerose “flash gang” organizzate spontaneamente in tutta la città piemontese.
Evento famoso, il “Tour de France” non avrebbe potuto essere festeggiato come si deve in Piemonte, senza ritrovarsi ad un certo punto attorno ad un tavolo. Un quadro “Grande Boucle” è diventato giallo, ovviamente.
Durante il tour, dall’aperitivo al dolce fino al piatto principale, potrete degustare i prodotti freschi creati dai migliori “maestri” della tavola locale.
Questo cocktail, ad esempio, è stato firmato da uno dei migliori esperti piemontesi del settore. Succo di limone, sciroppo salato di camomilla, bitter (altra specialità piemontese), aroma di cedro e qualche cubetto di ghiaccio…e un cocktail giallo come quelli contenuti nei sacchetti distribuiti ai corridori ai ristori. Da qui il suo nome: “La Musette”!
Per quanto riguarda gli antipasti, lascerete fare il trucco allo chef tre stelle Michelin, Enrico Crippa. Il tour lo ha ispirato a preparare un risotto allo zafferano, accompagnato da una salsa di fegatini. Nel suo ristorante di Alba (Piemonte), per tutta la durata della corsa, in menù è presente un piatto chiamato “Omaggio al Tour de France”.
Infine, per dessert, perché non concedersi questo, tra due tappe italiane “Gianduotto”. Un popolare bocconcino locale al sapore di “Giantua” è stato reinterpretato da uno dei “Maestri del Gusto” torinesi.
Giovanni dell’Agnese non ha esitato a trasformare in giallo la sua famosa pralina color nocciola dell’AOC Piemonte. Coronatela con una mini mole Antonelliana di cioccolato e guarnitela con una nocciola Piemonte AOC.
“Questo Gianduotto fa parte della nostra storia“, aveva spiegato il presidente della Regione Piemonte lo scorso marzo, durante una festa organizzata a Firenze, 100 giorni prima della partenza del Tour.Credendo nelle forti potenzialità comunicative di questo evento, consideriamo tutto questo lavoro un investimento per il futuro, di cui presto misureremo il ritorno.”.
Sapendo che ogni tappa del tour sarà seguita da circa 12 milioni di spettatori provenienti da 200 paesi diversi, Alberto Cirio ha basato le sue precedenti esperienze su un tour “Grand Depart” all’estero in Danimarca o Belgio.
“Ogni euro investito dalle regioni ospitanti ci permetterà di raccoglierne tre e nove se teniamo conto dell’impatto a lungo termine sull’economia locale.“, esperto Alberto Cirio.
Secondo i calcoli dell’amministrazione regionale, il solo Tour Caravan – circa 4.500 persone tra corridori e loro squadre, dipendenti dell’azienda e giornalisti – occuperà un terzo della capienza alberghiera di Torino, e solo dalla sua cintura. Se si aggiungono turisti, appassionati di ciclismo e vantaggi pubblicitari a lungo termine, i vantaggi economici per una regione possono improvvisamente sembrare un jackpot.
Così, le tre tappe danesi del Tour de France 2022 avranno generato ricavi per 102 milioni di euro grazie agli 1,7 milioni di spettatori radunati ai bordi delle strade. Dati impressionanti che fanno sperare in un beneficio economico immediato di circa 15 milioni per i nostri vicini piemontesi.
Per non parlare della visibilità globale che la Grande Bougle darà loro negli anni a venire. Grand Départ 2022, la Danimarca è fiorita nelle sue regioni con 80.000 articoli e rapporti in tre giorni: il 60% dei quali sono stati pubblicati da media non danesi.
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