Il nostro: “In Trentino si pensa alla sicurezza delle persone”, un vivace incontro pubblico dopo la visita della delegazione dell’Ariège in Italia

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Il nostro: “In Trentino si pensa alla sicurezza delle persone”, un vivace incontro pubblico dopo la visita della delegazione dell’Ariège in Italia

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Presenza dell’orso e caccia nei Pirenei: La delegazione dell’Ariège ha incontrato gli italiani del Trentino e ha affrontato gli stessi problemi.

Nell’aprile 2023, il jogger 26enne Andrea Papi è stato sbranato a morte da un orso su un sentiero nel bosco, a 200 metri da casa sua, mentre faceva jogging nei boschi della regione italiana del Trentino-Alto Adige. Un anno dopo la tragedia, una delegazione di una decina di persone del Parlamento Avenir Montagne (PAM) ha visitato il sito, con il sostegno del dipartimento dell’Ariège, per comprendere meglio le misure di protezione della popolazione. Dal 5 all’8 marzo.

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La situazione della caccia, confronti tra la caccia italiana e quella pirenaica, il parere del pubblico sulla situazione: Sintesi Il pubblico riunito venerdì 7 giugno all’assemblea pubblica di Aussat ha ascoltato con attenzione e fornito feedback.

“Andrea Bobby ha un prima e un dopo”

Quella sera più di 160 persone hanno frequentato la palestra del villaggio. Se la visita del pubblico viene accolta con favore, “rappresenta anche una certa preoccupazione della popolazione”, sottolinea la presidente del parlamento Avenir Montagne (PAM) Christine Tequi. “Il Trentino è una provincia dell’Italia, soggetta alla stessa direttiva ‘habitat’ dell’Unione Europea, reintrodotta poco prima di noi, e ha vissuto la terribile tragedia di Andrea Babi, e dobbiamo fare di tutto per evitare di ritrovarci. Abbiamo la stessa situazione prima e dopo Andrea Babi.

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Dopo 10 reintroduzioni di orsi dal 1999 al 2002, la regione italiana conta ora 120 e 29 branchi di lupi, rispetto ai 76 orsi dei Pirenei. Per Laure Soulié, consigliera della Camera dell’Agricoltura dell’Ariège, che ha preso parte al viaggio, “si registra un reale aumento della presenza dell’orso verso i villaggi”: “I danni principali colpiscono l’orticoltura, i meli, perché è importante. L’economia della regione e il piccolo bestiame che si trova vicino alle case sono temuti dalla gente, e spiegano che non gli è stato chiesto.

Invocare l’etica dell'”orso problematico” è diventato più facile

Se il discorso sembra essere lo stesso tra gli allevatori francesi, gli italiani trarrebbero vantaggio da una semplificazione del protocollo “problema orso”, afferma Laure Soli: “La loro regione autonoma considera la sicurezza e il problema delle persone. Il protocollo orso è facilmente mobilitabile tra loro, e non ci arriviamo.”

Sviluppato nel 1993, il protocollo “problema orso” richiede l’intervento quando il comportamento di un animale è ritenuto pericoloso. Pertanto, sono state proposte diverse soluzioni: la cippatura precoce per rilevare i movimenti degli animali, il confinamento nei parchi o la macellazione in casi estremi. Quando si è parlato della situazione italiana, in assemblea si sono susseguiti gli interventi, soprattutto gli allevatori hanno raccontato la propria esperienza, denunciando la precarietà permanente e le critiche condizioni di lavoro.

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Anche i sindaci hanno espresso il loro disappunto, denunciando una mancanza di informazione e non sapendo quindi come rispondere ai loro elettori, molti dei quali sono preoccupati per la presenza di un orso durante le loro passeggiate. Tra le misure adottate in Trentino, una legge portata avanti dal consigliere provinciale Roberto Filomi dà la possibilità all’amministrazione di abbattere 8 orsi all’anno.

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