A rigor di termini, sono i 333.000 italiani che si sono iscritti mercoledì mattina 15 settembre Questo suggerimento ha lo scopo di provocare un referendum. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario Raggiunge 500.000 conteggi. Basti dire che questo sarà probabilmente entro la fine di questa settimana. Le associazioni promotrici dell’iniziativa pensavano di raggiungere questo limite entro la fine di settembre. Quindi va molto più veloce del previsto: la consulenza è stata un successo strepitoso. È aperto da sabato 11 settembre.
Se verrà raggiunto il limite di 500.000 firme, il principio del referendum dovrà comunque essere debitamente verificato dalla Corte costituzionale italiana. Ma gli argomenti per opporvisi giuridicamente sembrano deboli. Per Promotori di questa attivitàÈ risaputo che l’innocenza. Il numero di consumatori di cannabis in Italia è stimato in 6 milioni. Il divieto di questa sostanza è finanziariamente vantaggioso per i crimini organizzati ei tribunali sono chiusi dalle indagini sui piccoli commercianti. Il “mercato parallelo” della cannabis in Italia è stimato in 6 miliardi di euro l’anno. Al contrario, gli oppositori affermano apertamente che la cannabis è una sostanza pericolosa.
L’Italia, ormai prima del possibile referendum, è uno dei pochi paesi europei a tollerare la cannabis: il consumo su piccola scala è generalmente tollerato. Il cosiddetto “fair use” non è più un reato.
Due anni fa la corte italiana, la più alta corte del Paese, è andata anche oltre Consente la coltivazione della cannabis A casa, purché per uso personale e in piccole quantità. L’Alta Corte del Paese ritiene che questa pratica non danneggi la salute pubblica e non promuova il mercato illegale.
Quindi l’ormai atteso referendum andrà oltre proponendo di incolpare l’intero mercato. Ma regolandolo, è come il tabacco. Ci sarà uso di cannabis Sta diventando sempre più tollerato in Europa, E ottiene lo status di illegale: Portogallo, Spagna, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Danimarca, paesi scandinavi. Sebbene il consumo di cannabis “leggera”, nota anche come CBD, sia tollerato, la Francia è molto repressiva in questo settore. Anche se gli studi dimostrano che i francesi usano la cannabis in Europa.
In Italia questa mobilitazione è il risultato dell’allentamento delle regole sul referendum. Fino a pochi mesi fa, innescare un voto di iniziativa popolare in Italia era un ostacolo, che richiedeva l’approvazione di moduli cartacei da parte di tutte le autorità e dei giudici. Quest’estate basta raccogliere online 500.000 firme. Grazie alla Pratica Digitale Sicura, il Sistema Pubblico di Identificazione Digitale (SPIT) semplifica tutte le procedure amministrative. Quindi è così Accelerazione della democrazia partecipativa.
Un’altra richiesta referendaria ha già raccolto 700.000 firme in un mese e mezzo: si tratta di rendere illegale l’eutanasia. Quindi questa forte mobilitazione sulla questione della cannabis significa un profondo cambiamento nella pratica politica in Italia.
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