È stato registrato ufficialmente per la prima volta poco più di mezzo secolo fa, Queste canzoni Sono stati oggetto di molte ricerche, per cercare di decodificarli e comprendere i disturbi che le nostre moderne tecnologie causano a questi “segnali” che i cetacei si scambiano a grandi distanze.
Il nuovo studiopubblicato il 21 febbraio sulla rivista natura, si concentra più specificamente sulle enigmatiche balene, o “vere balene” – da non confondere con altre specie marine che, come i delfini, hanno anch'esse una forma di comunicazione. Ricercatori provenienti da Danimarca, Stati Uniti e Austria hanno identificato, nel profondo della gola di queste megattere e di altre balene blu, un meccanismo che aiuta a spiegare come questi mammiferi siano in grado di produrre suoni così diversi e vari di frequenze diverse, sott'acqua.
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Per accedere alla dimostrazione del team sotto la supervisione di un biologo Quinn Elemansdell'Università della Danimarca meridionale, hanno condotto esperimenti congiuntamente sia sulla laringe di tre specie di balene che su modelli computerizzati.
Precedenti esperimenti hanno già dimostrato l'esistenza di una sacca d'aria lungo la trachea: essa consente alla balena di rimanere sott'acqua per un periodo più lungo senza respirare. Cosa mostra il nuovo studioè che quando una balena spinge l'aria dai polmoni alla gola, l'aria fa vibrare la minuscola cartilagine –È un po' come l'aria che fa vibrare le nostre corde vocali. L’aria poi raggiunge questa sacca che già conoscevamo, e da lì viene “riciclata” restituendola ai polmoni, e il ciclo ricomincia.
I ricercatori presumono Si tratta di un meccanismo molto antico, che senza dubbio si è evoluto nel momento in cui questi animali si spostavano, 40 milioni di anni fa, dalla terra al mare, e deve aver sviluppato un modo per continuare a comunicare. Il difettoDopo 40 milioni di anni, questo sistema è limitato a determinate frequenze, che oggi rivaleggiano con il rumore prodotto dalle nostre navi e dai sottomarini.