venerdì, Novembre 22, 2024

Emilie du Chatelet, ovvero l'audace ambizione di una donna scientifica

“Questa traduzione, che gli uomini più eruditi di Francia avrebbero dovuto fare, e che altri dovrebbero studiare, è stata intrapresa e completata da una donna, con stupore e gloria del suo paese.” Con questo omaggio postumo alla donna che era stata sua compagna e anche sua musa ispiratrice, Voltaire inizia l'introduzione al suo libro. Principi matematici della filosofia naturale, la prima edizione in lingua francese dell'opera principale di Isaac Newton. Una ricca traduzione la dobbiamo a Gabrielle-Emilie de Breteuil, marchesa du Châtelet, alla quale dedicò gli ultimi cinque anni della sua vita, fino al suo ultimo respiro.

Emily nacque nel 1706 in una famiglia nobile che aveva accesso alla corte reale. Suo padre raramente gli ha dato la stessa educazione dei suoi fratelli. Così imparò il latino, il greco antico e il tedesco, oltre a suonare l'arpa, ballare, cantare e scherma. Soprattutto, fin da piccola Emilie conobbe poeti e scienziati che furono accolti nel salotto di famiglia, come Fontenelle, all'epoca Segretario Permanente della Reale Accademia delle Scienze, che le diede le sue prime lezioni scientifiche. Si appassionò presto alla matematica e alla fisica mentre frequentava la corte del reggente Filippo d'Orléans.

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