Il calcolo dell’imposta fiscale per il 2024 dipenderà ora da tre indicatori principali. Si tratterà di tenere conto, ovviamente, del canone annuo teorico dell’immobile (valore locativo), del tasso comunale che ogni anno vota l’assemblea locale, e infine di quel criterio ormai influente che è il tasso di inflazione.
È un dato di fatto che l’inflazione colpisce tutte le figure dell’economia nazionale. È quasi logico che diventi un criterio fondamentale per il calcolo dell’imposta sugli immobili, dato il suo impatto diretto sulla determinazione dell’importo. Ciò significa che i tassi mensili di inflazione degli ultimi mesi, che saranno pubblicati venerdì dall’Istituto nazionale di statistica economica, non mancheranno di interesse, soprattutto da parte degli operatori del settore immobiliare.
Si attendono nuovi dati in un momento in cui le tasse sulla proprietà stanno già aumentando di oltre il 9% su un anno e del 26% su dieci anni. “Questi sono i numeri che in qualche modo ci aspettavamo. In dieci anni, l’aumento è stato molto ampio, oltre il 26%, ovvero quattro volte l’aumento dell’IRL (indice di riferimento degli affitti). In un anno, l’aumento è stato superiore al 9% Si tratta di un aumento senza precedenti in un anno. […] “Ciò aumenta l’onere per i loro proprietari”.Sylvain Gratalloup, presidente della Federazione nazionale dei proprietari terrieri, commenta al BFM.
Per approfondire l’origine di questi aumenti, il presidente dell’Unpi li distribuirà tra due regioni, soprattutto quelle relative alla tariffa comunale, dove rileva differenze significative. “A Parigi, ad esempio, la percentuale è superiore al 60%, a Meudon circa al 45%, a Grenoble al 33% e in altre città al 20-25%”.“, sottolinea Sylvain Gratalloup che ha messo il dito su questa nuova tendenza utilizzata da alcuni comuni che hanno rivisto al rialzo la loro tariffa comunale negli ultimi anni.
Tariffa comunale e valore locativo, che sono gli altri due criteri specificati
Inutile dire che questa aliquota comunale, votata annualmente dal consiglio comunale in cui si trova l’immobile, rimane un criterio importante per il calcolo dell’imposta sulla proprietà. Ma in precedenza, il primo passo nel calcolo dell’imposta sulla proprietà era determinare l’importo dell’affitto annuale da addebitare. Viene sempre calcolato l’ultimo valore corrispondente al valore locativo annuo “Dalle condizioni del mercato locativo al 1970” Ricordatevi della Direzione Generale delle Finanze Pubbliche.
“Un riferimento particolarmente antico che punisce alcuni dei suoi autori e avvantaggia altri.”sottolinea il BFM, che cita uno studio condotto da La Banque Postale, datato 2019 e sottolinea che “I valori locativi di 58 dipartimenti francesi (Oise, Cher, Saône-et-Loire, ecc.) erano sopravvalutati rispetto alla realtà del mercato immobiliare, e al contrario erano sottovalutati in 39 dipartimenti (Averon, Gironde, Manica)….”.
Resta infine la terza fase, ovvero l’indice di inflazione annuale previsto venerdì. Al momento gli specialisti restano incerti su ciò che annuncerà l’Istituto nazionale di statistica e studi economici, anche se presumiamo già che la cifra non dovrebbe discostarsi dal 3,8%. Una stima avanzata circa due settimane fa. Ma bisognerà attendere la conferma del tasso ufficiale, di cui il fisco terrà conto nel rivalutare l’importo della base imponibile.
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