venerdì, Novembre 22, 2024

I ventisette paesi non sono riusciti ancora una volta a concordare un tetto per il prezzo del gas

Mentre la guerra in Ucraina continua a devastare, i 27 vogliono fare fronte unito contro Vladimir Putin. Hanno quindi voluto risolvere le questioni più urgenti – e forse più conflittuali – prima dell’incontro dei capi di Stato e di governo europei a Bruxelles giovedì 15 dicembre. In molti modi ci sono riusciti – piano di ripresa dell’Ungheria, aiuti finanziari all’Ucraina, tasse societarie minime – ma, martedì, si sono nuovamente imbattuti in un osso che ha avvelenato le loro vite ormai da settimane: il prezzo del gas altamente infiammabile a affare di copertura.

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Il Consiglio dei ministri dell’Energia, che si è nuovamente riunito sul tema a Bruxelles, è stato indeciso. incontro è stato “Così a lungo e così difficile”Ha commentato, in chiusura, Josef Sekela, ministro dell’Industria ceco, il cui Paese detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea, ma “Eravamo molto vicini a un accordo”.. “Ci sono stati grandi progressi”Agnes Pannier-Ronacher, ministro francese per la transizione energetica, ha confermato. “90% dello script installato, con un numero limitato di punti chiusi”, Ho continuato. Ma non meno importante: in questo caso il ventisette continua a sgretolarsi al livello del prezzo del gas oltre il quale non sono più possibili transazioni.

Gli atteggiamenti sono certamente meno remoti rispetto a due settimane fa, ma non sono ancora abbastanza vicini. Oggi, gli Stati membri cercano un prezzo di partenza compreso tra 160 e 220 euro, quando, all’inizio dei negoziati, il range andava da meno di 50 euro a più di 270 euro. Per trovare un terreno di atterraggio, la presidenza ceca sta ora lavorando a uno schema con diverse soglie che soddisfano diverse condizioni di lancio.

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Ora dobbiamo dimostrare che la solitudine non è una parola vuota. Joseph Sekela è partito martedì sera, sperando che la questione venisse risolta al prossimo gabinetto, previsto per il 19 dicembre. Capire: i capi di Stato e di governo non dovrebbero avventurarsi su questa china scivolosa giovedì.

Il prossimo inverno potrebbe essere più difficile.

Nelle parole di un diplomatico, c’era qualcosa in questo fin dall’inizio Aspettative incoerenti su ciò che questo meccanismo dovrebbe consentire. Di fronte all’aumento dei prezzi del gas e preoccupati per le conseguenze economiche e sociali dell’accelerazione dell’inflazione, quindici Stati membri, tra cui la Francia, hanno chiesto un limite alla fine dell’estate. Gli altri, la Germania in primis, non ne volevano sapere. Il comitato, ostile, com’era Berlino, a qualsiasi cosa che assomigli a un’interferenza del mercato, ha impiegato del tempo per presentare una mozione adeguata. Sotto pressione, ha finito per mettere sul tavolo, il 22 novembre, una bozza di legge che è riuscita a soddisfare tutti.

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