A Bruxelles fa scalpore la possibile nomina di Luigi Di Maio alla diplomazia europea

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A Bruxelles fa scalpore la possibile nomina di Luigi Di Maio alla diplomazia europea

È lo stato del riciclaggio che solleva interrogativi sia a Bruxelles che a Roma. L’ex vicepresidente del Consiglio italiano e ministro degli Esteri Luigi Di Maio, 36 anni, sta per diventare il rappresentante speciale dell’Unione europea (UE) presso gli Stati del Golfo, una posizione di nuova creazione. Josep Borrell, capo diplomatico dell’Ue, dovrà decidere nei prossimi giorni se presentare il suo nome ai 27 stati membri. Di Maio dovrà poi ottenere l’approvazione dei due terzi degli Stati per assumere l’incarico. “In questo momentoIl capo del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) afferma: Non ha preso alcuna decisione. Eventuali voci sono solo speculazioni. »

Se viene proposto il signor Di Maio, non è ancora certo che riceverà il voto del suo Paese. I rappresentanti di due partiti della coalizione di destra al governo, Lega e Forza Italia, hanno già manifestato la loro ostilità alla sua nomina. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani (Forza Italia) ha osservato che il nome del suo predecessore non è stato proposto dall’attuale governo, che si è formato il 22 ottobre, ma dal precedente governo, guidato da Mario Draghi, l’ex e tuttora influente governatore del Banca Centrale Europea (BCE) Molto a Bruxelles.

Senza una laurea, è entrato in politica a 26 anni Quando è stato eletto nel 2013 all’insegna di un partito antisistemico ed euroscettico, il Movimento 5 Stelle (M5S), questo giovane leader napoletano è stato regolarmente oggetto di incompetenza prove. Nel 2019, Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione, è stato anche al centro delle più gravi Una crisi diplomatica tra Parigi e l’Italia dalla seconda guerra mondiale andando a sostegno dei “gilet gialli” a Montargis (Lura).

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Dopo essere diventato ministro degli Esteri di Draghi nel 2021, ha subito una straordinaria trasformazione politica, raddoppiando le prove di lealtà a un amministratore delegato che è il fulcro dell’establishment che la sua famiglia politica ha promesso di estromettere dal potere. Di Maio è arrivato a provocare una spaccatura nel suo partito schierandosi, con una sessantina di parlamentari, dietro il Presidente per sostenere la sua politica di sostegno militare a Cave, denunciata dalla maggioranza dei parlamentari del M5S.

“una scelta curiosa”

Dopo la sconfitta alle legislative di settembre, il nuovo alleato di Mario Draghi si è reso disponibile quando si è formato il governo di Giorgia Meloni e quando è stata aperta la carica del nuovo rappresentante speciale, voluto dai ventisette per rafforzare i rapporti con gli Stati del Golfo.

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