Come vestirsi senza distruggere il clima e l’ambiente? Inquinamento delle colture, fabbriche ad alta intensità energetica, montagne di vestiti scartati… Meno presente del trasporto aereo nel dibattito sul riscaldamento globale, tuttavia, l’industria tessile accumula emissioni di gas serra come il trasporto aereo e rappresenta tra il 2% e il 4% del il totale. . emissioni globali – per non parlare degli altri impatti sull’ambiente e sulla biodiversità.
Più di 100 miliardi di capi di abbigliamento vengono venduti ogni anno nel mondo, ovvero, in Francia, 10 chilogrammi di vestiti pro capite e all’anno: questa la puntata del podcast “Human Heat”, in onda sul sito web di mond 4 ottobre, piano dell’imprenditrice Julia Fore. Ha co-fondato il marchio di abbigliamento Loom, e sta partecipando al collettivo En mode climat, un movimento di aziende del settore che vogliono ridurre drasticamente le emissioni di gas serra della moda. Ha chiacchiere quando si tratta di vestiti: “Compra il meno possibile”
Quali gas serra vengono emessi nell’industria tessile? Da dove viene il problema?
Nella moda, individualmente, ogni capo di abbigliamento inquina relativamente poco, perché ci vuole relativamente poca energia per produrre una maglietta, relativamente pochi pesticidi per far crescere i 200 grammi di cotone che faranno quella maglietta e relativamente pochi prodotti chimici per tingerla. Maglietta. Non ha nulla a che fare, diciamo, con ciò che serve per produrre un iPhone. Il vero problema della moda è la quantità: facciamo troppi vestiti. Per darvi un’idea, solo in Francia ogni anno vengono immessi sul mercato 2,5 miliardi di capi di abbigliamento. È più delle vendite di scatole da sei uova. Attualmente, nel nostro mondo, consumiamo vestiti come se fossero uova. Lo scomponiamo, facciamo una frittata e poi ne compriamo dell’altro.
Questo ci riporta al “fast fashion”, ai marchi prodotti in serie nei paesi a basso costo, ma nel processo, cos’è l’inquinamento? metodo di produzione? energia consumata? Trasporto ?
Nell’impatto del carbonio sui tessuti, la quota di trasferimento è molto bassa, circa il 2%, per lo stesso motivo per cui il peso individuale del carbonio dell’abbigliamento è molto basso. La maglietta è molto leggera, occupa pochissimo spazio e il trasporto in container è notevolmente migliorato. Si potrebbe pensare che siano le materie prime ad emettere molti gas serra: cotone e poliestere. Ma alla fine rappresenta non più del 30% del peso del carbonio nell’abbigliamento.
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