La data 7 settembre 1706 è nota nei testi scolastici di tutta Italia. La vittoria dei piemontesi contro l’esercito del Re Sole è un atto fondativo dell’unità della nazione. Per tutta questa settimana viene festeggiata a Torino.
“Sabato mattina, davanti al municipio, ogni quarto d’ora, sentendomi come Buckingham.” Sandro, che abita nel municipio di Torino, non nasconde la gioia in questo periodo ogni anno di ritrovare la stessa scena del passato della sua città: il cambio della guardia d’onore del principe Eugenio di Savoia. Fu uno dei grandi vincitori dell’Assedio di Torino, conclusosi il 7 settembre 1706, con la vittoria delle truppe dell’allora Ducato di Savoia, dopo 117 giorni di combattimenti.
faccia a facciaUn esercito di 44 uomini 000 uomini inviati da Luigi XIV, il re più potente d’Europa, contro 13 000 soldati piemontesi erano di stanza al castello di Torino.
“Senza questo successolo spiega Generale Franco Cravaresa, Il Piemonte oggi sarebbe una provincia francese. Intrappolato tra le due superpotenze dell’epoca, la Francia da una parte e poi la Spagna, che governava la Lombardia dall’altra, il piccolo Ducato di Savoia aveva poche possibilità di sopravvivenza..
Invece, la vittoria manderebbe un’onda d’urto in tutta Europa e, 7 anni dopo, il Trattato di Utrecht renderebbe il Ducato un vero regno, riconosciuto in tutta Europa. E nuove forti frontiere che portano alle Alpi. “Il giovane regno sabaudo ottenne il diritto di espandere il suo territorio oltre Pinerolo e Susa, all’incirca fino al confine franco-italiano come lo conosciamo oggi”.Spiega il direttore del Museo dell’Assedio di Torino, ancora oggi installato in ciò che resta dell’antica fortezza cittadina.
Non è un caso che molti storici presentino la conquista dei piemontesi come il primo passo verso l’Unità d’Italia, anche se sarebbe efficace solo 150 anni dopo.
“Da oggi possiamo ancora dire che in Italia sta spuntando l’alba”.commenta con un lieve tremito nella voce del generale Cravarese. Un secolo dopo, se il Regno di Piemonte-Sardegna non avesse intrapreso la Guerra d’Indipendenza, quale altro Stato della penisola sarebbe stato abbastanza potente da sostenere la Guerra d’Indipendenza?
Come ogni successo storico, ha bisogno del suo eroe. È un uomo eccezionale di cui ogni anno si rievoca la memoria dell’assedio di Torino del 1706. Si chiama Pietro Mica. Un soldato che era minorenne. “Nella notte tra il 29 e il 30 agosto un gran numero di granatieri francesi riuscì ad entrare in una delle gallerie sotterranee che rifornivano la fortezza. Pietro Mica sentì il pericolo. Provò così a far esplodere una delle scale che collegavano le due gallerie. Con 20 kg di esplosivo, purtroppo la miccia era bagnata, quindi aveva un piccolo esplosivo, decise di sacrificare la sua vita usando.
La nascita di un eroe e tante altre leggende metropolitane. Come un tizio gli ha fatto dire prima di accendere la seconda miccia: “Va’, tu che sei senza pane da più di un giorno!”
“Pietro Mica era certamente un uomo di dovereAltri commenti dal direttore del museo. Ma se è così famoso è perché è il primo guerriero italiano della storia a non avere un aspetto nobile. Prima di lui, solo i Kondottiri meritavano lo status di eroi della madrepatria..
Quindi questa settimana celebriamo un intero pezzo di storia italiana nel capoluogo piemontese. Sotto forma di due giorni di festa. Mercoledì 7 settembre il Museo del Risorgimento (Unità d’Italia: 1848-1871) ha aperto il ballo invitando i torinesi a un convegno di rappresentazione sulla “Guerra di Liberazione del 1706” guidato dagli storici e dal Generale di Stato Maggiore. Esercito Italiano.
Ma soprattutto sabato 10 settembre la festa in maschera sarà in pieno svolgimento davanti al Municipio di Torino per tutta la mattinata, con cambio della guardia ogni quarto d’ora. Nel pomeriggio, davanti alle porte del castello, alcuni dei 120 volontari dell’associazione “Gli amici del museo Pietro Micca” accoglieranno i visitatori nell’ampio soggiorno, dove si potranno svolgere diversi giochi di papere. Compresa una copia scoperta nel 1650 da des Martins, ingegnere ordinario del re di Francia.
Una rievocazione in costume delle Guerre d’Assedio del 1706 avrà luogo dalle 15:00 alle 18:00 mentre tutti i soldati rendono omaggio. 000 francesi contro mille piemontesi, caddero durante i combattimenti. Come ogni anno alle 16, nei giardini del forte, inizieranno le rievocazioni dell’armeria.
È un rito che non ha l’età della guerra che vuole far rivivere. Fu solo nel 1958 che iniziarono le prime celebrazioni dell’Assedio di Torino. Nei circa 14 chilometri di gallerie sotterranee che si snodano sotto il castello, abbiamo trovato la scalinata dove morì l’eroe piemontese.
“Nel 1906, in occasione del bicentenario, nel capoluogo piemontese si svolsero appunto alcune feste.confida il direttore del museo Pietro Micca. Quanto al centenario, nel 1806 Napoleone occupò tutto il Piemonte. Quindi le manifestazioni per commemorare la sconfitta della Francia non sono state davvero ben accette…”
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