800.000 lavoratori autonomi perderanno presto il proprio reddito

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800.000 lavoratori autonomi perderanno presto il proprio reddito

Il nuovo decreto in vigore dal 1 luglio ridurrà il reddito di molti lavoratori autonomi.

A causa della loro situazione particolare, i liberi professionisti devono affrontare sfide finanziarie. Non possono detrarre alcuna spesa professionale dal loro fatturato, i loro contributi previdenziali e le tasse sono calcolati in base al fatturato e non ai guadagni, e presto un decreto influenzerà il reddito di alcuni di loro: autoimprenditori liberali.

In generale, i contributi vengono versati dai lavoratori autonomi per finanziare la loro protezione sociale. Una parte di questi contributi viene destinata al futuro pensionamento. La percentuale di detrazione varia a seconda della natura dell’attività professionale esercitata. Contattandoci, Grégoire Leclerc, presidente della FNAE (Federazione nazionale degli autoimprenditori), ci spiega che finora i liberali attualmente legati al sistema pubblico non hanno contribuito alle loro pensioni integrative.

Questa situazione punitiva deve essere corretta. In questo contesto è stato emanato il decreto n. 484 del 30 maggio 2024, che prevede un aumento graduale della tariffa di abbonamento per i lavoratori autonomi che esercitano un’attività indipendente e sono affiliati con il sistema pubblico. Attualmente è al 21,1%, salirà al 23,1% dal 1 luglio 2024, al 24,6% nel 2025, per finire al 26,1% a gennaio 2026. Cioè un aumento totale di 5 punti in un anno e mezzo . Lavoratori autonomi che esercitano una professione autonoma afferente al Cipav, Anche loro sono colpiti quest’estate da un aumento della tariffa di due punti (dal 21,20 al 23,20%).

Se questa misura permettesse effettivamente ai lavoratori autonomi di rafforzare i propri diritti alla previdenza complementare, porterebbe immediatamente alla riduzione del reddito di circa 600.000 lavoratori autonomi legati al sistema pubblico e di 200.000 lavoratori legati al sistema pubblico sistema.

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Secondo le stime della FNAE, un aumento dei contributi al 26% potrebbe portare in media 75 euro di pensione aggiuntiva al mese. Per uno sforzo contributivo aggiuntivo di 500€ all’anno. Si tratta di un importo che Gregoire Leclerc descrive come redditizio per i lavoratori autonomi. Tuttavia, questo aumento dei contributi può creare difficoltà ai lavoratori autonomi, il cui reddito è spesso modesto e incerto.

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